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Sebbene i primi lavori di ricerca sul riconoscimento automatico del volto siano apparsi oltre due decenni fa, negli ultimi anni si è potuto assistere a un improvviso e rinnovato interesse nell'argomento, sia per il recente raffinamento di algoritmi peraltro già noti da tempo, sia per la disponibilità di hardware di notevole potenza a costi molto contenuti, sia per le crescenti esigenze di sicurezza e di sorveglianza. La gran parte dei sistemi di riconoscimento opera su immagini in livelli di grigio riprese da viste pressoché frontali, ma esistono tecniche anche per l'analisi di profili, che sono molto importanti in determinati settori di applicazione, e stanno per di più facendo la loro apparizione sistemi per il riconoscimento di volti da sequenze video, anche se i requisiti computazionali in tal caso sono ancora estremamente elevati.
Le prestazioni delle varie tecniche di riconoscimento non sono facilmente valutabili con oggettività, a motivo sia delle dimensioni non sufficientemente vaste dei database generalmente utilizzati nei lavori di ricerca, che non consentono di estrapolare il comportamento del sistema nelle condizioni operative reali, sia della loro eterogeneità, che impedisce un confronto oggettivo tra le prestazioni di tecniche differenti. Va peraltro osservato che negli ultimi tempi diversi lavori di ricerca hanno scelto di utilizzare i circa 1100 set di immagini facciali (frontali, di profilo e intermedie, per un totale di circa 8500 immagini) del database FERET, generato a cura del DARPA/ARL; poiché sia le dimensioni sia la tipologia di questo database sono molto prossime a quelle richieste in un sistema commerciale, è da auspicare che tale tendenza si rafforzi nei futuri lavori di ricerca., consentendo così il confronto oggettivo e la validazione delle tecnologie AFR proposte. Un'interessante discussione sui metodi di confronto e valutazione, non limitata soltanto alle procedure di riconoscimento del volto ma estendibile a tutte le tecniche biometriche di riconoscimento, è riportata in [73].
Ognuna delle tecniche AFR utilizzate nella ricerca presenta vantaggi e svantaggi di varia natura: al fine di esaltare gli uni e minimizzare l'influenza degli altri sembra indispensabile il ricorso a tecniche ibride, in grado di combinare contemporaneamente diversi algoritmi di riconoscimento e di classificazione. Il volto non è ovviamente la sola caratteristica di una persona mediante la quale essa può essere riconosciuta in maniera automatica: proprietà almeno altrettanto utili sotto questo aspetto possono essere individuate ad esempio nelle impronte digitali, nella firma, nella voce, nella configurazione dell'iride o dei vasi sanguigni della retina. Sembra peraltro difficile, allo stato attuale delle conoscenze in tutti questi campi di analisi, che un sistema basato sull'analisi di un solo tipo di caratteristica possa conseguire un tasso di riconoscimento soddisfacente per tutte le possibili applicazioni e per tutte le possibili condizioni operative.
© 1997-2003 Paolo Marincola (Rome, Italy)
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Last revised: 2003-12-06 22:40